1550 | L’ Architettura di Leon Batista Alberti
Título curto
1550 | L’ Architettura di Leon Batista Alberti
Título completo
L’ Architettura di Leon Batista Alberti, tradotta in lingua fiorentina da Cosimo Bartoli gentil’huomo e accademico fiorentino. Con la aggiunta de disegni.
Autor
Leon Battista Alberti, Cosimo Bartoli
Data 1ª edição
1550
Citação 1
Che le volte sono di varie sorti, & in quel che le sieno differenti fra loro, con che linee le si stabilischino, & qual sia il modo della allentarle. Cap. XIIII.
Varii sono i modi delle volte, & è bene andare inuestigando in quel´che le sieno differenti, & di che linee le si faccino; e mi bisognerà, formare nuoui nomi, accio che io sia in questi miei libri si come io deliberai & facile & aperto. Ne mi è nascos/t?o che Ennio Poeta, chiamò il cherchio del Cielo, Volta grandissima; & Seruio chiamo Cauerne le Volte fatte a guisa di Carine; Ma io chieggio questa licentia, che e´si tenga in questi miei libri per ben´dette, tutte quelle cose che attamente, & apertamente, & a proposito dette si faranno. I modi delle volte sono questi, a meza botte, a spigoli, & a cupola ronde, & se alcune altre ne sono, che sieno di alcuna determinata parte di queste. Quelle a cupola ronde, non si pongono per loro natura mai, se non sopra mura, che si alzino sopra dela pianta loro incerchio; Le a spigoli si pongono sopra le piante quadrate; Le a meza botte si pongono sopra piante di quatro angoli, sieno esse, o lunghe, o corte, si come noi veggiamo ne portici sotterra. Quella volta ancora, che farâ simile ad vn´monte traforato, si chiamerà similmente a meza botte; farà adunque questo como se tu accostassi vno o piu archi insieme, l´uno a canto all´altro; o come se tu distendessi molto, o allargassi del tutto, la larghezza d´una piegata traue. Per il che auerrà che sopra il capo ci starà per coperta vn´muro piegato. Ma se a questa tal´volta a botte forse tirata da Settentrione a mezo di, sene attrauerserà vn´altra tirata da Leuante a Ponente, & la intersegherà con pari linee, che a guisa di piegate corna concorreranno ne gli angoli, questa chiameremo noi Crociera. Ma se piu archi, & vguali si intersecheranno scambieuolmente nel punto del mezo della sommita, faranno vna volta simile al Cielo & pero ci è piaciuto chiamarla a cupola perfetta. Quelle Volte, che son´fatte di parti di queste, sono di questa maniera, se la natura cõ diritta diuisione & a piombo diuiderà il mezo cerchio del Cielo in due parti dallo Oriente allo Occidente; ella ti farà due volte, le quali certo cõ i Vania a vso di Zane ti seruiranno per tetto. Ma se dallo angulo di Oriente, allo angolo di mezo, a quel lo di Occidente; & da questo a quello di Settentrione; & da questo ritornando al primo d' Orientè, la Natura con pari ragioni renderà il Cielo interrotto, & mutilato; ella lascerà alhora vna volta nel mezo, la qual´noi a similitudi ne d´un´velo gonsiato chiameremo vna cupola a vela. Ma quella volta doue concorrino insieme più parti di volte a meza botte, si come noi veggiamo che si fà sopra le piante di sei? & d´otto faccie, la chiameremo Tribuna a spicchi. Nel fare delle volte si offeruerà la medesima regola, che nel fare delle mura; rileuerannosi gli ossami interi infino alla fommità della volta, disu le [...].
[Livro III, Capítulo 14, 89]
Varii sono i modi delle volte, & è bene andare inuestigando in quel´che le sieno differenti, & di che linee le si faccino; e mi bisognerà, formare nuoui nomi, accio che io sia in questi miei libri si come io deliberai & facile & aperto. Ne mi è nascos/t?o che Ennio Poeta, chiamò il cherchio del Cielo, Volta grandissima; & Seruio chiamo Cauerne le Volte fatte a guisa di Carine; Ma io chieggio questa licentia, che e´si tenga in questi miei libri per ben´dette, tutte quelle cose che attamente, & apertamente, & a proposito dette si faranno. I modi delle volte sono questi, a meza botte, a spigoli, & a cupola ronde, & se alcune altre ne sono, che sieno di alcuna determinata parte di queste. Quelle a cupola ronde, non si pongono per loro natura mai, se non sopra mura, che si alzino sopra dela pianta loro incerchio; Le a spigoli si pongono sopra le piante quadrate; Le a meza botte si pongono sopra piante di quatro angoli, sieno esse, o lunghe, o corte, si come noi veggiamo ne portici sotterra. Quella volta ancora, che farâ simile ad vn´monte traforato, si chiamerà similmente a meza botte; farà adunque questo como se tu accostassi vno o piu archi insieme, l´uno a canto all´altro; o come se tu distendessi molto, o allargassi del tutto, la larghezza d´una piegata traue. Per il che auerrà che sopra il capo ci starà per coperta vn´muro piegato. Ma se a questa tal´volta a botte forse tirata da Settentrione a mezo di, sene attrauerserà vn´altra tirata da Leuante a Ponente, & la intersegherà con pari linee, che a guisa di piegate corna concorreranno ne gli angoli, questa chiameremo noi Crociera. Ma se piu archi, & vguali si intersecheranno scambieuolmente nel punto del mezo della sommita, faranno vna volta simile al Cielo & pero ci è piaciuto chiamarla a cupola perfetta. Quelle Volte, che son´fatte di parti di queste, sono di questa maniera, se la natura cõ diritta diuisione & a piombo diuiderà il mezo cerchio del Cielo in due parti dallo Oriente allo Occidente; ella ti farà due volte, le quali certo cõ i Vania a vso di Zane ti seruiranno per tetto. Ma se dallo angulo di Oriente, allo angolo di mezo, a quel lo di Occidente; & da questo a quello di Settentrione; & da questo ritornando al primo d' Orientè, la Natura con pari ragioni renderà il Cielo interrotto, & mutilato; ella lascerà alhora vna volta nel mezo, la qual´noi a similitudi ne d´un´velo gonsiato chiameremo vna cupola a vela. Ma quella volta doue concorrino insieme più parti di volte a meza botte, si come noi veggiamo che si fà sopra le piante di sei? & d´otto faccie, la chiameremo Tribuna a spicchi. Nel fare delle volte si offeruerà la medesima regola, che nel fare delle mura; rileuerannosi gli ossami interi infino alla fommità della volta, disu le [...].
[Livro III, Capítulo 14, 89]
Citação 2
[...] ossa delle mura: Et secondo la regola di quelle, si tireranno queste altre ossa in questo luogo, & infra loro faranno alquanto lontane di certa determinata parte. Ma da ossa ad ossa si tireranno legature, & si riempieranno i vani del mezo. Sono certo le volte in questo differéti dalle mura, che nelle mura, tutte le pietre, & i filari si compongono, & ammassano insieme dirittamente à filo secondo la squadra & l´archipenzolo; Ma nelle volte i filari si tirono con linea torta, & le commettiture delle pietre si dirizzano tutte al centro del loro arco. Gli Antichi non vsarono quasi mai in luogo alcuno, fare gli ossami d´altro che di mattoni cotti; & gli faceuano il piu delle volte lunghi di duoi piedi, & ci auertiscono che si finischino i ripieni delle volte di pietre leggieriisime; accio che non sieno le mura per questo dal troppo gran peso affaticate. lo niente di meno ho considerato, che alcuni costumarono di non tirare sempre ossami, saldissimi per tutto; ma in cambio di ossa, hauerui messi hor quà horlà, mattoni, con le teste congiunti l'uno a l'altro a pettine; come se alcuno con le dita della mano destra, strignesse intraprendendo le dita della sinistra; & vsarono di riempiere gli intramezi di pezzami ragunaticci , & massime di tusi; la qual sorte dipietra, è secondo il dire di tutti, per fare le volte la piu commoda. Ma a volere fare,o Archi,o Volte, habbiamo bisogno di armarle. Le Armadure sono certe centine, fatte cosi alla roza di assi, & come per breue tempo; sopra delle quali si pongono per pelle, o scorza graticci, o canne, o similialtre cose vili; per reggere l'ammassamento della volta, tanto che la habbia fatta la presa. Niente dimeno infra le volte, ne è vna, la quale sola, no hà bisogno d'armadura ; & questa è la Tribuna tonda; conciosia che ella non sia fatta solamente di archi, ma di andari come cornici . Et chi potrà raccontare o pensare gia mai, quanto luno & l'altro di essi (che sono innumerabili) che si acco stano l'un' a l'altro, & si intersecano ad angoli pari , & non pari ; quanto dico, sieno commodi? Di maniera, che in qual si voglia luogo di tutta la volta, che tu metterai vna simil pietra, o mattone, tu conoscerai hauerui messo vn serraglio dipiu archi, & di piu cornici insieme; & chi murerà l'una cornice sopra l'altra,o vn'arco sopra l'altro, quando bene volesse rouinare; donde comincera egli? andãdo tutte le pietre ad arco massimamente con le loro linee ad vn' centro, con vguali forze & aggrauamento. De la stabilità di questa volta, certi de gli antichi sene fidarono tanto, che egli messono solamente cornici semplici di mattoni, in alcuni determinati piedi, & finirono il resto della volta di pezzami postiui senza ordine. Ma io lodo molto piu coloro, i quali in fare tali opere, proccurarono che co quella arte che le pietre si collegano nelle mura, con quella medesima ancora in questi lauorile cornici di sotto, si colleghino con le cornici di sopra vicine: & gliarchi ancora si colleghino in moltissimi luoghi, & massimo se non vi sarà gran copia di Rena di caua, o se la muraglia siporrà esposta a venti Marini,o Australi. Potraiancora volgere senza alcuna armadura la Tribuna a spicchis purche tu volga detro nella sua stessa grossezza vna cupola a mezo cerchio perfecto. Ma qui hai tu bisogno grandissimamente di iegature, con le quali tu leghi strettissimamente, le parti piu debo li di essa, alle parti stabilissime di questa. Mati bisognerà niente dimeno hauer messo sotto suno, o sotto ipiufilari di pietra, che tu harai murati, alcune [...].
[Livro III, Capítulo 14, 90]
[Livro III, Capítulo 14, 90]
Citação 3
[...] spranghe, o perni non graui a quali, poi che i fatti filari haranno fatto la presa, tu accomandi tanto diarmadura, che sia bastante a sostenere i filari, che vi si debbono porre sopra, di altezza di alquanti piedi, insino a tanto, che essi faccino lapresa. Et dipoi quando questi filari haranno fatto la presa, potrai *trasporre*, questi ordigni o aiuti della armadura, in tutti gli altri filari, a fornire le parti di sopra, fino atanto che tu finisca l'opera del tutto. L'altre volte, quelle a spigoli, & similmente quelle a botte, è di necessità, che si tirino con qualche armadura, postaui sotto; ma io vorrei che i primi filari, & le teste de loro archi, si piantassimo sopra saldissime sedie. Ne mi piacciono coloro, che innanzi tratto tirano in alto tutte le mura, lasciando solamente murati, i peducci de capitelli, sopra de quali dipoi a certo tempo gettino le volte ; opera che è veramente debole, & che non dura. Per il che se faranno a mio modo, getterâno queste volte insieme cõ ifilari delle mura, alle quali le s´appoggiano vgualmente saccio che tal lauoro con piu ferme legature che è possibile, diuenti come tutto d'un pezzo. Ma i sianchi rimasti infra gli archi delle volte & il diritto delle mura alle quali s'appoggiano chiamati da muratori le Coscie delle volte, si hanno a riempiere non di terra, o di calcinacci vecchi, ma piu presto di muraglia ordinaria & stabile, collegata pur di nuouo & da capo alle mura. Ne mi piacciono coloro, che per non caricare le volte, hanno messe nelle coscie delle Volte, orcia fesse, & volte sozzopra, accio che no tenghino le humiditati; se alcuna vi senè adunasse ; & disopra vi hanno posti pezzami di pietre non molto graui, ma sodi. Finalmente in ogni volta, sia ella come si voglia, noi andremo imitando la Natura, la quale alhora che la congiunse l'ossa all'ossa, andò con nerui intessendo le carni ; attrauersandole per tutto con legature, introdotteui perla lunghezza, per la larghezza, per l'altezza, & circularmente. Io giudico che questo artificio della Natura, si debba da noi imitar nel commettere de le pietre, per fare le volte . Finite queste cose, ci resta il coprirle; cosa in tutta la Muraglia principalissima, & non manco difficile, che necessaria ; nel conseguire della quale , & in darli perfettione, si sono piu & piu volte affaticati tutti gli huomini , ponendoci ogni loro cura, & diligentia. Di queste cose douiamo noi trattare, ma prima mi piace di inserirci quello che principalmente s'appartiene all'opere in volta. Imperoche nel fare delle volte, ci sono alcune differ~etie: Cõciosia che quelli archi, & quelle volte che hãno armadura sotto per tutto ; è di necessità finicle presto, senza intralasciare mai il lauoro ; ma quelle che si fanno senza che habbino armadura per tutto , bisogna intralasciare il lauoro quasi di filar´ in filare, tãto che i filari già fatti, faccino la presa, accioche le vltime parti sopraposte alle prime, che non hãno forse fatta ben la presa, non rouinassero. Et oltra di questo alle volte anmate per tutto, poi che elle son serrate con l loro serragli, giouerà subito, per dire cosi, allentare i puntelli, sopra i quali si posano dette armadure. Et questo, non solamente accioche le pietre ad arco commesse frescamente ne la opera, non nuotino ne letti, che hanno sottos & nello intriso della calcima; ma accio che calando ancora tutta la volta; ella tutta si serri insieme contrapesato il peso per tutto, & che ella si riposi sopra giusta sede. Altrimepti il lauoro messo insieme, non si sarebbe stretto come ricerca tale opera ; ma nel posarsi poi [...].
[Livro III, Capítulo 14, 91]
[Livro III, Capítulo 14, 91]
Citação 4
[...] lascerebbe fessure. Et però faccisi in questo modo, non si leuino via afatto le armadure, ma di di in di si allentino a poco a poco, accio che nel leuarle inanzi tempo, non tene riuscisse l'opera cruda. Ma doppo alquanti giorni, secondo la grandezza dell'opera; rallentala alquanto piu, & cosi và seguitando, fino a tanto, che le pietre ad arco si assettino per la volta infra di loro, & che l'opera faccia presa. Il modo dello allentaele è questo, quando tu harai posta larmadura sopra i capitelli ; o sopra quel che piu harà fatto per te; poni primie ram~ete sotto le teste della armadura, biette di legno auzzate a guisa di conio; quando poi tu vorral allentarla, caccierai con vn´martello fuori appoco appoco esse biette, senza pericolo; fin a quanto tu vorrai. Io finalmente delibero, che le armadure non si debbino leuare via afatto; sino à passato l´inuerno intero ; & questo si per altri rispetti; si ancora, accio che per il dilauare del le pioggie, l'opera sneruata, & disfattasi non rouini. Ancor´che non si può fare maggiore vtilità alle Volte, che dar´loro tanta acqua, che elle sene possino abbondantemente inzuppare, & che le non patischino mai di sete; ma sia di loro detto a bastanza.
[Livro III, Capítulo 14, 92]
[Livro III, Capítulo 14, 92]
Referência bibliográfica
Alberti, Leon Battista. L’ Architettura di Leon Batista Alberti, tradotta in lingua fiorentina da Cosimo Bartoli gentil’huomo e accademico fiorentino. Con la aggiunta de disegni. Traduzido por Cosimo Bartoli. Firenze: Appresso Lorenzo Torrentino, 1550.
Acesso digital
http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Images/Pdf/LES1505.pdf
Documento
Impresso [digitalizado]
título curto
1550 | L’ Architettura di Leon Batista Alberti