1575 | Il Settimo Libro D'Architetvra di Sebastiano Serglio Bolognese

Título curto

1575 | Il Settimo Libro D'Architetvra di Sebastiano Serglio Bolognese

Título completo

Il Settimo Libro d'Architetvra di Sebastiano Serglio Bolognese. Nel qval si tratta di molti accidenti, che possono occorrer'al Architetto, in diuersi luoghi, e istrane forme de siti, è nelle restauramenti, o restitutioni di case, è come habiamo à far, per seruicij de gli altri edifici è simil'cose, come nella sequente pagina si lege. Nel fine vi sono aggiunti sei palazzi, con le sue piante è fazzatte, in diuersi modi fatte, per fabricar in villa per gran Prencipi. Del sudetto autore, Italiano e Latino. [...] Architecturae liber septimus [...] Ex Mvsae o Iac. de Strada S.C.M. Antiqvarii, Civis Romanis.

Autor

Sebastiano Serlio

Data 1ª edição

1575

Citação 1

Della nona casa fuor della citta. Cap. IX.

La pianta qui davanti, farà pur variata dall'altre, oltre che haverà quattro appartamenti assai commodi e buoni, che tutti goderanno de giardini. Ella haverà una tirata al coperto di CXXXIIII. pie fra la sala, e gli doi anditi, e sarà luminosa. Si montera primieramente al'andito A. piedi XXVII. lungo, il quale haverà quattro arconi, che lo faranno assai maggiore, e gli daranno grande ornamento. Due ne saranno dalli lati, che entreranno nel muro doi piedi, dove saranno banche per sedere. Uno sarà nel entrare della porta, pur di doi piedi grosso, l'altro al'entrare della porta, che sarà grosso piedi VI. dove saraano le porticelle deli due primi appartamenti. La larghezza di ciascu'arco sarà pie di X. L'andito sarà voltato à conca: e gli quattro arconi entreranno nella volta, e faranno lunette in essa volta. Da un lato de l'andito sarà una anticamera B. piedi XXIIII. larga, e XXXII. lunga. Doppo quella u' è la camera C. piedi XX. lunga, e XVI. larga: al servitio d'essa è una cameretta D. di piedi XV. è XIII. Passando l'andito s'entra nella sala E. piedi XXVIII. larga, e longa piedi LVII. e sarà ben lucida, havendo cinque finestre sopra li doi giardini G. che per la scala F. si scende à essi. Al uscir della sala s'entra nel andito H. piedi XXVIII. longo, e XIIII. largo: à canto il quale ci è un camerotto I. di perfetta quadratura, ciascun de lati è piedi XXVIII. Doppo questo v'è una camera K. di quadro perfetto. Il suo diametro è piedi XVI. è mezzo: al servitio della quale ci è una camaretta L. di piedi XII. e VIII. E altre tanto sarà dal'altro lato. Uscendo de l'andito si trova la scala M. la quale dolcemente scende al giardino N. e sotto la sua volta è la scala, che scende alle cantine, E altri servitij di casa.

Quanto alla grandezza del giardino, ella sarà à volonta del padrone, e cosi dinanzi alla casa io intendo che vi sia un cortile almeno di tanta larghezza, quanto è la fronte di tutta la casa: e s'anche dalli lati di essa casa vi fossero doi portoni, con doi anditi, per poter passare al giardino senza passar per la casa, sarebbe bene: per che cosi il cortile saria maggiore, e la casa haveria piu bell'aspetto.
[Capítulo IX, 18]

Citação 2

D'alcuni accidenti per ornare e fortificare gli edificij. Propositione prima. Cap. XLI.

E'cosa manifesta che'l piu nobile e piu bello ornamento ne gli edificij sono le colonne. Et essendo cosi, io proporrò alcuni accidenti al proposito di colonne. Sarà per essempio un'Architetto, il quale havera gran numero di colonne, state per altro tempo in opera. La grossezza di ciascuna sarà piedi I. e l'altezza sua, con le basi e capitelli, sarà piedi X. e mezzo: e saranno d'opera Corintia. Ne haverà poi della medesima opera: e la grossezza di ciascuna sarà tre quarti d'un'piede, e l'altezza sua sarà piedi VII. & once x. e mezza. Questo Architetto vorrà fare una loggia, l'altezza della quale haverà da essere piedi XXI. & in larghezza piedi XII. Volendo si donque servire di queste colonne, e far la loggia forte, sarà necessario meterne quattro insieme, tanto discosto una dal'altra, che li plinthi si tocchino. Le quali quattro colonne serviranno di un pilastro: sopra le quali si metterà l'architrave tutto d'un pezzo. L'altezza sua sarà once X. che cosi sarà grossa una colonna nella suprema parte: e da un pilastro al'altro sarà piedi XII. & altrettanto sarà larga la loggia, come si vede nella pianta: la quale ne dimostra un pezzo, con una delle teste. Sotto le colonne, per che non saranno alla necessaria altezza, visi metter à un piedistallo: l'altezza del quale sarà piedi III. & once II. che sarà il piedistallo, la colonna con l'architrave piedi XIIII. e mezzo: sei piedi del mezzo circolo, e mezzo piede di diritto, che sarà in tutto piedi XXI. in altezza, dal pavimento fin sotto l'arco. Sopra l'arco si mettera una cornice, e sopra esso un parapetto. L'altezza sua sarà piedi II. e mezzo: sopra l quale si metteranno le colonne abalausti minori di piedi VII. & once X. e mezzo, mettendole con quell'ordine, che si dimostra nel dissegno. Questa sopra loggia non sarà in volta di pietra, mà segli farà il suo cielo di legname bene inchiavato nel muro: ne anche quella da basso sarà sicura senza le chiavi di ferro dal'un pilastro al'altro. E si deono fare le volte di materia legiera: come saria di mattoni, o di pomice. E si potria anche ordire le volte di legname, e poi smaltarle di gesso, coperto poi di buona calcina, e dipinte anchora. E sarà opera durabile di gran tempo. Della qual cosa n'hò io veduto tre isperienze a giorni miei. La prima fú in Bologna patria mia: che volendo racconciare alcune camere pe'l con falconieri, trovai una camera vecchia voltata di canne, e smaltate di gesso, assai fresca e forte. Non di meno era circa a trecento anni che fu fatta. Trovai dipoi in Pesaro la casa d'un cittadino, che havea patito incendio grande: di sorte che gli ornamenti de camini di pietra viva erano calcinati, & in piu parti crepati: e non di meno le camere fatte in volta di canne, e smaltate di gesso, haver fatto resistenza al fuoco. Finalmente, havendomi datto alloggiamento il rè Francesco nelle Tornelle in Parigi, e volendomi io accommodare in alcune stanze, trovai alcune volte ordite di legname, e coperte di gesso duro e forte; che erano di circa a CC. anni Si ch'io assicuro ciascuno a fare tali opere: mà proveder solamente, che la pioggia non l'offenda.
[Capítulo XLI, 98]

Citação 3

Della pianta del tempio qui a dietro, propositione settima. Cap. XLVIII.

Per che alcuno vorria sapere come saria dispofto il tempio del quale si è dimostrato la faccia qui adietro, io ne dimostrerò la sua pianta qua davanti. Primieramente si montarà dalla strada o piazza sette gradi. La grossezza del muro davanti sarà piedi V. oltra le colonne. La larghezza del netto del tempio sarà piedi XXX. e sarà longo piedi LX. senza un'arcone al'entrare della porta, che sarà largo piedi IIII. Ne pilastroni del quale saranno doi nichij. Li muri dalli lati saranno grossi piedi VIII. e nella sua grossezza saranno tre cappelle per ogni lato. La larghezza di ciascuna sarà piedi XII. Nel capo di esso tempio sarà la cappella principale: la cui larghezza sarà piedi XX. Dalli lati di fuori di esso tempio saranno quattro nichij per banda: per li quali le cappelle prenderanno la luce: e li nichij faranno ornamento di fuori: nè per tal concuità sarà debole la muraglia, che non possi mutare il peso della volta: la quale sarà a botte o a conca: altri la dicono a schiffo: & anchora a lunette si potrà voltare: e sarà opera piu piaceuole, e di manco peso. Et a fine che li nichij di fuori non siano ricettaccolo di sporcicia, io intendo che´l suo cominciamento sia alto da terra piedi VII. doue persona facilmente non vi potrasalire: & il basamento sarà piu forte. Le due limache, che sono nella grossezza del muro, seruiranno a più cose. Prima, sotto l´archone, che è largo quatro piedi, si potrà fare vn corridoio, entrnado vn piede nel muro: doue si cantaranno le lettioni & il santo euangelio: e nel mezzo vi si metterà l´organo. Per esse limache si montarà al tetto, e sopra la prima cornice si potra fare vn corridoio, che vada allintorno del tempio. Le due figure, che sono a lato della pianta, dinotano vno nicchio di fuori, & vna cappela di dentro. Quella di sotto rappresenta vno di quei nicchij fuori del tempio. Quella di sopra significa vna delle sei cappelle dentro della chiesa, fatte con la istessa misura, che è nel tempio.
[Capítulo XLVIII, 112]

Citação 4

«Poi che io sono atrattare d´accidenti stranie di riformationi di case vecchie, io ne narraro pur´vna accaduta à giorni miei. Era invuna citta d´Italia, doue si fabrica assai, vn´huomo ricchisimo, ma auaro, el quale havena vna casa, la quale fu fabricata dal´ano suo, in quei t~epi che la buone. Architettura era ancora sepulta. Mà nel vero questa casa era assai comoda, e non molto vecchia: delle quali cõmo dità il padron diessa si contentava assai, e tanto piú, quãto egli era nato in essa. Tutta volta per haver que sta casa dalli lati, & all´incõtro fabriche nuoue, fatte & ordinate da buoni Architettori, queste per il decoro, e proportione, che in esse si vedeua, facrano tanto più parer brutta questa dell´auaro. Doue passando alcune volte il principe della citta per quella strada, & vedendo questa oasa tanto difforme dall´altre, gli generaua nausea e fastidio la onde per certi cittadini amici del aluaro lo fece e ssortare a rifabricate questa sua casa nel modo dell´altre vicine. Questo buõ huomo, che hauena più amore a la casa da danari, che al decoro della citta, se l´andava passando: dic~edo che hauena ben´animo di farlo, mà che al presente era male agiato di danari. Finalmente passando vn giorno il principe per questa strada, e vedendo che a detta casa non era dato principio alcuno di rinouare, almeno lafacciata: fece chiamare a se il padron di essa casa, e gli disse quasi ir atam~ete. O, messer tale, ovoi fate ch´io vegga fatta almeno la facciata della voltra casa in termie d´vn anno, con quella Architettura à che non fatte le altre auoivicine: o io vi paghero la vostra casa algiusto prezzo istimata da huomini intend~eti: e come mia la faro fabricare. Il buon auaro, per nõ si priuar di quel nido, nel quale era nato, nodrito & aluato, deliberò nõ per volonta, mà nõ per cadere in disgratia del signore, divole fabricare. Per il che fatto cercare il meglior Architetto della citta, pregollo che digratia li cõ seruasse la sua casa con tutte le commodita che v´erano: ma che la facciata la facesse di forte ch´ella potesse piacere al principe: e che non guardasse à danari. Questo vero fanno gli auari, che quando se conducono a fare vna cosa d´honore, essi la fanno sontuosamente: e fabriche, o nozze, o banchetti, o cose simili: mà pero le fanno dirado. Il buono Architetto vide e considerò rimuouere cosa alcuna di dentro. E vedendo che la porta non era nel mezzo della facciata (cosa che e molto contraria ala buona Architettura) come si vede nella pianta nem mezzo. A. B. C. D. E. che è la pianta vecchia, et la figura sopra essa è la sua facciata, si risoluette nella casa C. fare vna muraglia segnata ┼. e della sala fare vn´andito, e la ssarui la camera. C. e del´andito primo fece vna camera B. nè mutó altra muraglia: & la faccia dauanti atterrò del tutto: & ne comparti vn´altra nel modo che si vede nel´altra iui sotto, compartendo le finestre nel modo che siveggono. Li quattro nicchij acanto a la porta, e la finestra disopra non sono senza proposito: che quantunque il padrone della casa douena mettera nel più honorato luogo l´auaritia, radice di tutti li mali, & inimica di tuttele virtù, non dimeno egli volse ne quattro nicchiij le quattro virtù morali: dando si for se ad intendere. che in lui fossero quelle belle parti vestendosi la veste farisaica: o pure, come huomo scaltrito, vuole dar´acredere al mondo ch´egli era buono.»

(Propositione ottaua del ristorar cose vecchie, Cap. LXII, 156)

Citação 5

«La figura a qui dauãti è la faccia della pianta passatta: doue tale ordine seguitarà all´intorno. Primieram~ete dauanti alla loggia vi sarà vn piano seligato di piedi VIII. in larghezza: il quale sarà alto vn grado dalla strada. Dal qual piano si montar à doi gradi al piano della loggia: la quale è cinque archi in tutto. La fronte del pilastrone sù l´angolo è piedi VII. Tutti gli altri sono piedi V. E fra pilastro, e pilastro sono piedi X. L´altezza sua sarà piedi XVI. e mezzo: mà la somità sotto la volta della loggia sarà piedi XVIII. La fascia sopra li pilastri sarà piedi I. E vn quarto: e que sta sarà il ripieno della volta. Sopra la fascia sarà il parapetto delle finestre: che sarà piedistallo alle colonne. L´altezza a sua sarà piedi III. e mezzo. Le colonne sopra esse con le basi e capitelli saranno in altezza piedi VI. e mezzo. La sua grossezza sarà l´ottaua parte di essa altezza: sopra le quali si metterà l´architraue, il fregio e la cornice. L´altezza del tutto, sarà per la quarta parte della altezza dell´colonna. Sopra que sto ordine saranno altre colonne, l´altezza delle quali sarà piedi XII. La lor grossezza sarà cosi, che fatto di tale altezza otto parti e mezza: vna diquelle parti sarà la lor grossezza. Sopra le quali si metterà l´architraue, fregio e cornice. L´altezza del tutto sarà la quarta parte meno di quello sotto esse. Il quale ordine , quantunque le colonne siano Ioniche, non dimeno sarà Composito: per hauere lli modiglioni nel fregio. E questo è per dar maggiore sporto alla cornice, per cagion della pioggia: la quale cadendo al perpendicolo conserua tutta l´opera. Sopra questa cornice saranno le luccarne al costume di Francia. La larghezza loro sarà piedi III. E in altezza saranno piedi V. La larghezza di tutte le finestre sara piedi V. L´altezza delle prime sarà piedi XII. e delle seconde vnn piede manco. La porta nel mezzo della loggia a frõtispicio è piedi III. e mezzo larga: e piedi VII. La larghezza dell´apertura d´vna bottega è piedi IX. E in altezza mezzo piede di più: l´entrata sua è piedi III. in larghezza. Sopra ogni bottegha vi sarà vn mezzato, che pr~ecederà la sua luce dalle finestre sopra esse botteghe. Questo edifcio sarà di tre ordini. Il primo, che è la loggia, è Thoscano. Il secondo sarà Dorico. Il terzo sarà d´opera Composita, per le ragioni sopra dette. Sopra l´vltima cornice saranno habitationi al costume di Francia. Di maniera che in questo edificio portranno habitare XII. famiglie: ben che strettamente.»

(D´vna loggia da mercanti negotiare, Cap. LXXIII, 194)

Referência bibliográfica

Serlio, Sebastiano. Il Settimo Libro d'Architetvra di Sebastiano Serglio Bolognese. Nel qval si tratta di molti accidenti, che possono occorrer'al Architetto, in diuersi luoghi, e istrane forme de siti, è nelle restauramenti, o restitutioni di case, è come habiamo à far, per seruicij de gli altri edifici è simil'cose, come nella sequente pagina si lege. Frankfurt am Main: Andreas Wechelus e Jacopo Strada, 1575.

Acesso digital

https://clio.columbia.edu/catalog/12467423

título curto

1575 | Il Settimo Libro d'Architetvra di Sebastiano Serglio Bolognese